Shopify vs Woocommerce: mettiamoli a confronto
Shopify
rappresenta una delle più interessanti novità nel campo della gestione e
creazione di nuovi e-commerce. Di certo ha portato un’interessante ventata di
novità in questo settore, per questo vogliamo mettere Shopify a confronto con
Woocommerce cercando di capire chi prevale tra i due e chi vincerà questa
sfida: Shopify vsWoocommerce.
Dalla
parte di Shopify c’è sicuramente un hosting assolutamente affidabile oltre alla
possibilità di effettuare check-out senza alcun problema. Da non escludere mai
anche la grande disponibilità di funzionalità utili a gestire nel migliore dei
modi ogni aspetto del tuo nuovo e-commerce. La tua nuova attività online
troverà sempre una risposta ai possibili dubbi che potrebbero presentarsi.
Shopify
vs Woocommerce, uno sguardo alle esigenze
Lo
abbiamo già accennato qui sopra, Shopify rappresenta assolutamente una
piattaforma che da valore ad ogni minuto del tuo tempo pensando quindi ad ogni
tua singola esigenza. A cominciare da un web hosting sempre
sicuro e assolutamente affidabile capace di offrire un uptime del 99.98% con
larghezza di banda illimitata e conformità PCI di primo livello. Potrai riporre
la massima fiducia su Shopify.
Se
le già numerose funzionalità offerte da Shopify non dovessero bastarti, devi
sapere che Shopify ti permette di fare sempre di più, come? Con un’AppStore
dedicato! Di certo nella sfida Shopify vs Woocommerce, in questo caso ha
la meglio il primo. Difatti lo store proprietario della piattaforma stessa,
contiene più di 2.000 applicazioni perfette per aiutarti a gestire ogni aspetto
del tuo prossimo ecommerce. Tutte le applicazioni sono controllate prima che
vengano inserite sullo store in modo da garantire alti valori di affidabilità e
sicurezza.
Su
Shopify è possibile controllare il progresso delle vendite utilizzando le
funzionalità di analytics che la piattaforma propone. Potrai così individuare i
prodotti più venduti, i carrelli svuotati e tutti gli altri più comuni
parametri che nel confronto Shopify vs Woocommerce pongono in questo caso il
primo in una posizione di parità.
Avrai
inoltre sempre un’assistenza disponibile 24 ore su 24 per tutti i giorni
dell’anno, oltre alla possibilità di personalizzare i temi disponibili (sono
più di 100) e di gestire il tutto tramite un’interfaccia assolutamente
intuitiva. Potrai dire addio a designer e sviluppatori!
Perché passare quindi a Shopify?
Sono davvero tantissimi gli utenti (ma anche importanti aziende)
che hanno abbandonato i normali software e piattaforme per la gestione di
e-commerce per trasferirsi su Shopify. “Dopo il passaggio a Shopify, finalmente siamo liberi
di concentrare le nostre energie e risorse su questioni importanti per la
futura crescita dell'azienda, anziché sui crash del sito” sono queste le parole
di Heidi Zak, cofondatrice di Thirdlove mentre Katrina High di Fit for Life
dice che “Shopify è affidabile. È un sollievo poter contare sul
fatto che quando vai online non ci sono imprevisti”, infine RusselSaks, CEO di
Campus Protein pensa che “Passare a Shopify è stata la decisione migliore che
abbiamo mai preso. È la piattaforma di e-commerce più valida che io abbia mai
visto”.
Inoltre sono davvero tante le funzionalità di Shopify che ti permettono di
tenere a bada gli eventuali problemi che potrebbero presentarsi. È possibile ad
esempio vendere sia online che tramite un negozio fisico, sempre mantenendo
sincronizzate le vendite in retail o online utilizzando Shopify POS. È anche
possibile gestire al meglio la presenza sui motori di ricerca grazie alle ottime
funzionalità SEO integrate e grazie al marketing automatizzato che genera
traffico sull’e-commerce. Un ulteriore passo avanti nella partita Shopify vs
Woocommerce.
È possibile anche offrire le migliori tariffe possibili per quanto riguarda
le spedizioni dei prodotti mentre un’ottima integrazione di Shopify con i
principali social network permette di convertire il gradimento sui social in
vendite. Ogni account Shopify permette di accettare tutte le carte di credito
senza la necessità di integrare account differenti, grazie anche al supporto di
ShopifyPayments.
Infine tutto l’inventario dei tuoi prodotti potrà essere gestito con grande
semplicità. In questo modo l’ecommerce smetterà di vendere prodotti quando
questi risulteranno esauriti.
Ma i prezzi?
Nella
partita Shopify vs Woocommerce un capitolo molto interessante è quello
rappresentato dai prezzi.
Shopify
propone infatti tre possibili piani di acquisto, perfetti per abbinarsi ad ogni
tipologia di business. La proposta ideale per attività di nuova costituzione è
sicuramente la Basic Shopify che costa 29 dollari al mese. Un passo in avanti è
il piano Shopify a 79 dollari al mese mentre l’Advanced Shopify rappresenta la
scelta perfetta per tutte quelle attività in continua crescita con una certa
esperienza nelle vendite, a 299 dollari al mese.
In conclusione
Risulta quindi evidente l’ottima qualità di Shopify
all’interno di questa ideale sfida Shopify vs Woocommerce. La piattaforma,
sebbene sia giovane, ha portato una ventata di grande novità nel comparto delle
piattaforme utili alla gestione di nuovi e-commerce.
Si tratta quindi della scelta più interessante che si possa
fare in tal senso. Inoltre permette anche di iniziare ad utilizzare le
potenzialità della piattaforma utilizzando una prova di 14 giorni completamente
gratuita. Un motivo in più per passare a Shopify!
Guardare Netflix sulla TV: 6 semplici modi
Che tu stia pensando di iscriverti a Netflix, o che tu sia il tipo di
persona che guarda già Netflix sul tuo laptop, è utile conoscere i vari modi
cui puoi usare per guardare Netflix sulla tua TV. Dopotutto, tutto è meglio su
uno schermo più grande.
Quindi, quali opzioni sono disponibili per
te? Diamo uno sguardo più da vicino su sei diversi modi per guardare Netflix
sulla tua TV.
1.
Utilizzare un'app Smart TV
Il mondo dei sistemi operativi per smart TV
è un po’ confuso. Da quando Firefox TV ha superato la sua fine nel 2016, ci
sono ancora quattro principali sistemi operativi in uso.
Sono: Tizen, WebOS, Android TV e Roku TV.
In quanto tale, non c'è un modo semplice
per spiegare come ottenere Netflix sulla tua smart TV. La buona notizia,
tuttavia, è che tutti e quattro sistemi operativi per smart TV offrono un'app
Netflix.
Alcuni televisori verranno anche con l'app
preinstallata e con un tasto di scelta rapida codificato sul telecomando.
Installa l'app se non la hai, quindi attiva
l'app e inserisci le credenziali di Netflix. Riuscirai a guardare i contenuti
in pochi secondi.
2.
Utilizza un Chromecast
Le app di TV intelligenti non sono sempre
la soluzione migliore. A seconda della qualità del televisore, l'app potrebbe
essere lenta e malfunzionante. Quindi, quali altre opzioni ci sono là fuori?
Se hai uno smartphone o un tablet, puoi
acquistare un dongle Chromecast e trasmettere Netflix direttamente dalla
versione mobile dell'app.
Per trasmettere da Netflix al tuo
Chromecast, apri l'app Netflix e tocca l'icona Cast nell'angolo in alto a
destra.
Vedrai un elenco di tutti i tuoi
dispositivi disponibili. Toccane uno per connettersi ad esso. Il processo di
connessione richiederà alcuni secondi per essere completato.
Nota: prima di acquistare un Chromecast,
controlla il manuale del tuo TV. Molti modelli più nuovi hanno la tecnologia
già integrata. Alcuni set-top box, come Nvidia Shield, lo offrono anche in modo
nativo.
3.
Usa Miracast
Miracast è stato pubblicizzato come
alternativa wireless ai cavi HDMI. Wi-Fi Alliance ha finalizzato la tecnologia
Miracast al CES 2013. Da allora, è diventato disponibile su tutte le macchine
Windows con 8.1 o versioni successive e su tutti i dispositivi Android.
Sul lato di ricevitore, i dispositivi Roku
e Amazon Fire Stick suppotano Miracast. Molte smart TV offrono anche la tecnologia
in modo nativo.
Per utilizzare Miracast su Android, vai su Impostazioni> Schermo> Schermo Cast
e tocca il nome del destinatario. Per usare Miracast su Windows, vai su Impostazioni> Schermo.
Miracast non è disponibile su dispositivi
Apple.
4.
Utilizzare un cavo HDMI
Certo, potresti provare a utilizzare un
cavo HDMI affidabile. È possibile acquistare un cavo HDMI a prezzo basso su
Amazon.
Sistemare il cavo HDMI è facile. Basta
collegare un'estremità alla TV e l'altra estremità al computer. Sul computer,
carica l'app Web Netflix e trova il contenuto che si desidera vedere. E sul
televisore, assicurati di aver selezionato il canale di input corretto.
Se sei fortunato, il tuo computer
riconoscerà la tua TV e si collegherà immediatamente. In caso contrario, il
passaggio successivo varierà a seconda del sistema operativo che stai
utilizzando.
-Per Windows, segui le istruzioni di seguito
passo-passo:
Fai clic con il tasto destro sul menu Start.
Nel menu a comparsa, seleziona Centro di mobilità.
Trova External
Display.
Clicca su Connetti Display.
Un menu apparirà dal lato destro dello
schermo, scegli Solo schermo secondario.
Lo schermo di Windows diventerà nero e sia
il video che l'audio verranno riprodotti sul televisore.
Nota: alcuni produttori potrebbero aver
incluso un tasto di scelta rapida per passare all'uscita HDMI.
-Per Mac:
Se possiedi un Mac, procedi come segue:
Apri il menu Apple.
Clicca su Preferenze di Sistema.
Scegli Monitor.
Tieni premuto il tasto Opzione.
Fai clic su Disposizione nell'angolo in basso a destra.
Se il computer non riesce ancora a
connettersi al televisore, si è verificato un problema con la porta HDMI del
televisore, la porta HDMI del Mac o il cavo HDMI stesso.
Nota: molti moderni laptop Apple non
includono una porta HDMI, quindi prima è necessario acquistare un adattatore.
Spero che riusciresti a guardare Netflix
sullo schermo della tua TV. Potresti notare che i bordi dello schermo sono
mancanti. Non preoccuparti, si chiama "Overscan" ed è un evento
comune. In genere, il problema deve essere risolto nelle impostazioni del
televisore piuttosto che nel sistema operativo.
5.
Usa Apple TV e Apple AirPlay
Non sorprende che Apple sia l'unica azienda
che non offre supporto via cavo Miracast, Chromecast o HDMI.
Invece, l'azienda desidera che tu possa
acquistare una Apple TV e installare la versione della piattaforma dell'app,
oppure utilizzare la sua tecnologia proprietaria AirPlay e lanciare la versione
dell'app Web di Netflix.
AirPlay funziona bene, ma dato il suo
status proprietario, il supporto per lo standard tra smart TV e set-top box è
gravemente carente.
6.
Scarica Netflix sul PC
Puoi trovare diversi
programmi che permettono di scaricare i video da Netflix sul PC. Appena fatto,
trasferisci i filmati sul una chiavetta USB da collegare alla TV. Non ti
dimenticare di convertire video in un formato supportato dal tuo modello di TV.
Per farlo, puoi usare Freemake Video Converter. Un altro modo è masterizzare
filmati da Netflix su DVD e guardarli su un lettore DVD collegato alla TV. Per saperne di più, guarda questo link.
Come guardi Netflix sulla tua TV?
In questo articolo, ti abbiamo presentato
cinque modi diversi per guardare Netflix sulla tua TV. La soluzione giusta per
te dipende dall'attrezzatura che possiedi e dai gadget che utilizzi.
FAT, FAT32, NTFS e exFAT: quale file system scegliere, le principali differenze
Quando formattiamo
un'unità di memoria (come hard disk, chiavette o memory card) oltre ad andare a
cancellare ogni file memorizzato, possiamo anche determinare con quale
tipologia di file system deve essere, appunto, formattata l'unità.
Possiamo formattare
molto semplicemente qualsiasi un'unità andando in risorse del computer
("Questo PC") e facendo tasto destro, "Formatta...". A
questo punto si aprirà la finestra per confermare l'operazione, dove è presente
anche il menu a tendina per selezionare il file system (se non si seleziona
nulla verrà proposto quello predefinito).
I più comuni file
system sono:
-FAT (molto vecchio)
-FAT32 (il più
diffuso e compatibile)
-NTFS (il più
recente)
-exFAT (l'unione tra
FAT32 e NTFS, ma poco utilizzato/compatibile)
Entriamo però nel
dettaglio, per capire con quale file system formattare la nostra unità ed il
migliore per le nostre esigenze. Teniamo presente comunque che in certe
circostanze, come le installazioni di alcuni sistemi operativi, potrebbe essere
necessario, in modo obbligatorio, formattare l'unità con un file system ben
preciso, inoltre tutte le dimensioni segnalate sono "teoriche", dato
che, a parte qualche dato certo, le varie valutazioni potrebbero variare da
unità a unità (ed essere bypassate con qualche programmino specifico).
1. FAT (FAT16): è
uno dei file system più vecchi (anni 1987-88) e con una compatibilità praticamente
massima. E' il predecessore del FAT32 e andrebbe utilizzato solo su unità di
memoria abbastanza piccole, a causa delle limitazioni (come la quantità di file
per cartella, la dimensione massima di un file, e la dimensione di una partizione).
CONSIGLIATO SU:
chiavette e memory card non più grandi di 2 GB.
2. FAT32: è nato con
Windows 95, per rimpiazzare il FAT16. E' compatibile con tutti i computer
Windows, Mac e Linux, con le console di gioco Xbox, PlayStation, con le TV, i
decoder, le autoradio, praticamente con qualsiasi device che dispone di un
ingresso USB.
La grande
limitazione è che però non supporta i file di dimensione superiore ai 4 GB,
quindi non si possono salvare file che hanno una dimensione superiore ai 4 GB,
inoltre (per il momento poco rilevante) non supporta partizioni più grandi di 8
TB teorici (circa 8.000 GB).
CONSIGLIATO SU:
chiavette, memory card, dispositivi con spazio uguale o inferiore agli 8 GB,
memorie da utilizzare su molti dispositivi.
3. NTFS: appare per
la prima volta con Windows XP dove la prima grande limitazione del FAT32 viene
innanzitutto superata. Con questo file system infatti si possono salvare file
più grandi di 4 GB e si possono avere partizioni superiori agli 8 TB (di fatto
le due limitazioni vengono completamente eliminate).
C'è una migliore
gestione dello spazio e meno frammentazione e si può avviare la funzione di
compressione file. Inoltre si possono aggiungere le autorizzazioni e protezioni
su singoli file e cartelle.
La grande
limitazione che invece colpisce NTFS è la poca compatibilità con i dispositivi,
sembrerebbe quasi pensato solo per Windows.
CONSIGLIATO SU: hard
disk, SSD, chiavette superiori agli 8 GB, dispositivi da utilizzare come
supporti di backup, unità di memoria dove si salvano file di grandi dimensioni.
4. exFAT (FAT64):
questo file system è l'unione tra FAT32 e NTFS. Purtroppo sembra che alcuni
dispositivi, sia più obsoleti che recenti, non riescano a riconoscerlo,
comunque è compatibile con la maggior parte dei device. Ha fatto il suo
ingresso con Windows Vista e successivamente negli altri sistemi.
Non presenta
praticamente alcuna limitazione (numero di file, dimensioni, partizioni) e ha
ottime prestazioni.
CONSIGLIATO SU: è
ancora da valutare, però su hard disk o unità di memoria di grosse dimensioni, o
comunque di archiviazione/backup, è preferibile utilizzare ancora NTFS. Per le altre
unità invece si potrebbe iniziare a provare questo file system.
Modificare video e correggere le imperfezioni facilmente: Movavi Video Editor
Non sempre i video vengono però come
desideriamo; è possibile
che ci siano imperfezioni, problematiche di vario tipo, o semplicemente che il
video necessiti qualcosa in più che non possiamo ottenere semplicemente
attraverso il girato.
Per tutto
questo c’è l’editing video. L’editing ci
permette di intervenire su tutta una serie di elementi, modificare la
luminosità, cambiare risoluzione, effettuare tagli, montaggio e magari
aggiungere effetti speciali.
Distrazione e video malriusciti:
spesso
l’editing, soprattutto se non lavoriamo con un prodotto professionale, diventa
necessario proprio a causa di una serie
di distrazioni e errori nei nostri filmati. Capita infatti di lasciare la
videocamera accesa per troppo tempo, di ottenere immagini troppo buie o con
problematiche estetiche varie.
Un errore
molto diffuso, dovuto alla distrazione, è quello di filmare magari per lungo
tempo, e scoprire poi di aver creato un
video sotto sopra!
Per
risolvere questo problema, per fortuna, c’è un metodo rapido ed efficace;
basterà infatti affidarsi a un editor veloce e facile da utilizzare, nello
specifico: Movavi. Cliccando su questo link potrete saperne di più e
scoprire come ruotare il vostro video
e farlo tornare alla sua inquadratura naturale.
Un buon
editor video è oramai fondamentale per chiunque ami utilizzare la funzione
camera del proprio smartphone o girare filmati con una fotocamera dedicata.
Quando
scegliamo il nostro software di editing quello che dobbiamo privilegiare sono
semplicità e rapidità di esecuzione.
Movavi Video Editor ha tutte queste caratteristiche e ci
permetterà in pochi click di risolvere le problematiche più svariate, offrendo
inoltre una serie di funzioni più approfondite per chi volesse lavorare a
progetti professionali e ottenere il massimo della qualità.
Rimediare agli errori:
gli errori
possono capitare, ma se con la fotografia è più semplice rimediare, quando si
tratta di filmati le cose si fanno un po’ più complesse. Padroneggiare un buon
software di editing ci renderà quindi la vita estremamente più facile e ci
permetterà di salvare il salvabile, senza dover eliminare preziosi filmati ai
quali magari tenevamo ma che non sono venuti come desideravamo.
Windows Update continua a cercare aggiornamenti o installa sempre gli stessi? 5 soluzioni universali per risolvere il problema
Viste le numerose
richieste e le infinite parole chiave ricercate su Google per tentare di
risolvere problemi legati a Windows Update, ecco una guida definitiva con varie
soluzioni mirate per sbloccare vari check continui e poter finalmente installare gli aggiornamenti mancanti per gli ultimi sistemi Windows (7, 8 e 10).
SOLUZIONE 1 - Riavviare il servizio di Windows Update
SOLUZIONE 2 - Scaricare manualmente gli aggiornamenti
Non tutti sanno che
è ancora disponibile il Microsoft Update Catalog, ovvero lo strumento di
ricerca manuale degli aggiornamenti di Windows.
Se abbiamo ad esempio un aggiornamento bloccato, oppure che non si scarica,
possiamo cercare il codice KB tra il catalogo e scaricarlo manualmente, per poi
procedere con l'installazione.
SOLUZIONE 3 - Scaricare gli aggiornamenti con un altro programma di update
Utilizzando lo strumento alternativo Windows Update MiniTool è possibile scaricare gli
aggiornamenti che proprio non ne vogliono sapere (anche tutti volendo) perchè
va a sostituirsi completamente al normale Windows Update, forzando in qualche modo lo scarico.
SOLUZIONE 4 - Usare lo strumento di riparazione (solo per Windows 10)
SOLUZIONE 4 - Usare lo strumento di riparazione (solo per Windows 10)
Scaricare lo strumento di riparazione automatica rilasciato da Microsoft e avviare la ricerca degli errori.
Nello specifico questo software andrà a:
-riparare il database (comprese le directory) e i componenti di Windows Update;
-reimpostare le impostazioni legate agli aggiornamenti;
-reimpostare i servizi di aggiornamento.
Dalla pagina di download sembrerebbe disponibile anche per gli altri sistemi operativi, in realtà lo strumento avanzato è disponibile solo per Windows 10, per gli altri viene consigliato di verificare le impostazioni di rete (oppure la soluzione 5).
Dalla pagina di download sembrerebbe disponibile anche per gli altri sistemi operativi, in realtà lo strumento avanzato è disponibile solo per Windows 10, per gli altri viene consigliato di verificare le impostazioni di rete (oppure la soluzione 5).
SOLUZIONE 5 - Reset
completo universale
Direttamente dal
TechNet di Microsoft è stata sviluppata un'applicazione per effettuare un reset
completo del Windows Update (disponibile in questa pagina).
Il "Reset Windows Update
Agent" va eseguito con i privilegi da amministratore (tasto destro - esegui come
amministratore). Si aprirà quindi una schermata del DOS e premendo "Y" si
proseguirà arrivando alla schermata di risoluzione problemi.
Premendo il
numero corrispondente alla funzione che vogliamo avviare quest'ultima verrà
eseguita.
Inviare file di grandi dimensioni via Email: i migliori siti per trasferire file pesanti
Grazie alla mail, solitamente, è possibile inviare fino ad un massimo di 10 MB. Alcuni servizi di posta però offrono anche la possibilità di inviare file di dimensioni più grandi (da 2 a 10 GB), appoggiandosi ai loro server, e inviando così, di fatto, solo un link con l'indirizzo diretto di dove è stato caricato il file (nel cloud storage).
Questo è lo stesso principio con cui funzionano le applicazioni web che andremo a vedere. Per inviare un file di grandi dimensioni possiamo caricarlo su questi siti che lo ospiteranno per un certo periodo, abbastanza sufficiente per far sì che il destinatario riesca a scaricarlo tramite il link che gli arriverà via mail.
1. Filemail (30 GB): tramite questo servizio abbiamo la possibilità di inviare file fino a 30 GB, che rimarranno disponibili per 7 giorni. La stesura della mail avviene in modo identico ad una mail classica.
2. MyAirBridge (20 GB): con MyAirBridge si possono inviare file fino a 20 GB che rimarranno in rete per 2/3 giorni a seconda della dimensione.
Per condividerli bisogna cliccare su uno dei due pulsanti in alto a sinistra della home. Rispettivamente servono per inviare il link direttamente tramite e-mail, o per inviare il file attraverso il classico link di download (per condividerlo non tramite la mail).
3. WeTransfer (2 GB): forse è uno dei più noti. Questo servizio veramente molto rapido, sia in upload che in download, permette di caricare file di un massimo di 2 GB che rimarranno per 7 giorni.
E' possibile inserire anche un messaggio al momento dell'invio, così da far sapere al destinatorio cosa gli è stato inviato.
4. MailBigFile (2GB): identico a WeTransfer, con la differenza che i file scadranno dopo che saranno stati scaricati 20 volte oppure dopo che saranno trascorsi 10 giorni dal caricamento.
5. Files to Friends (1 GB): permette di inviare fino a 10 file contemporaneamente, con una dimensione massima di 1 GB, fino ad un massimo di 5 destinatari. I file però rimarranno disponibili solo per 2 giorni.
Oltre a questi servizi ce ne sono altri che funzionano in modo diverso ma permettono lo stesso di arrivare allo scopo principale, ovvero riuscire ad inviare file di grandi dimensioni, che tramite la mail non saremmo mai riusciti a trasferire.
Passiamo quindi dal cloud storage al P2P: per far funzionare questo sistema bisogna lasciare però il PC acceso con la pagina aperta (anche in background va bene) fino a quando il destinatario non ha scaricato il file. Il file non viene realmente caricato ma viene reso disponibile per il trasferimento e quando il destinatario cliccherà sul link che gli abbiamo inviato lo scaricherà direttamente dal nostro PC.
1. FilePizza (P2P): uno dei migliori sotto tutti i punti di vista. Il punto di forza che lo porta ad essere forse il migliore è che si può far scaricare il file anche da più persone contemporaneamente. Non c'è limite di dimensione, mentre la velocità dipenderà da quella di upload nostra e download di chi scarica.
2. Takeafile (P2P): l'unico prerequisito è che chi scarica deve farlo tramite lo stesso browser che usiamo noi. Una volta raggiunta la home bisogna caricare il file e attendere che venga generato un link per il trasferimento (da inviare tramite mail, WhatsApp, Facebook, ecc.).
3. Reep.io (P2P): semplice web app alternativa per scambiare file tramite P2P.
4. Send Anywhere (P2P): comodo se si vuole utilizzare anche l'app per smartphone.
5. Simple.Savr (P2P): servizio particolare e diverso dagli altri perchè l'home page è costituita da un file di testo visibile a tutti dispositivi connessi alla stessa rete. E' possibile mettere una password per vedere il testo e anche i file possono essere protetti.
Volendo si possono aggiungere indirizzi IP esterni alla nostra rete.
Questo è lo stesso principio con cui funzionano le applicazioni web che andremo a vedere. Per inviare un file di grandi dimensioni possiamo caricarlo su questi siti che lo ospiteranno per un certo periodo, abbastanza sufficiente per far sì che il destinatario riesca a scaricarlo tramite il link che gli arriverà via mail.
1. Filemail (30 GB): tramite questo servizio abbiamo la possibilità di inviare file fino a 30 GB, che rimarranno disponibili per 7 giorni. La stesura della mail avviene in modo identico ad una mail classica.
2. MyAirBridge (20 GB): con MyAirBridge si possono inviare file fino a 20 GB che rimarranno in rete per 2/3 giorni a seconda della dimensione.
Per condividerli bisogna cliccare su uno dei due pulsanti in alto a sinistra della home. Rispettivamente servono per inviare il link direttamente tramite e-mail, o per inviare il file attraverso il classico link di download (per condividerlo non tramite la mail).
3. WeTransfer (2 GB): forse è uno dei più noti. Questo servizio veramente molto rapido, sia in upload che in download, permette di caricare file di un massimo di 2 GB che rimarranno per 7 giorni.
E' possibile inserire anche un messaggio al momento dell'invio, così da far sapere al destinatorio cosa gli è stato inviato.
4. MailBigFile (2GB): identico a WeTransfer, con la differenza che i file scadranno dopo che saranno stati scaricati 20 volte oppure dopo che saranno trascorsi 10 giorni dal caricamento.
5. Files to Friends (1 GB): permette di inviare fino a 10 file contemporaneamente, con una dimensione massima di 1 GB, fino ad un massimo di 5 destinatari. I file però rimarranno disponibili solo per 2 giorni.
Oltre a questi servizi ce ne sono altri che funzionano in modo diverso ma permettono lo stesso di arrivare allo scopo principale, ovvero riuscire ad inviare file di grandi dimensioni, che tramite la mail non saremmo mai riusciti a trasferire.
Passiamo quindi dal cloud storage al P2P: per far funzionare questo sistema bisogna lasciare però il PC acceso con la pagina aperta (anche in background va bene) fino a quando il destinatario non ha scaricato il file. Il file non viene realmente caricato ma viene reso disponibile per il trasferimento e quando il destinatario cliccherà sul link che gli abbiamo inviato lo scaricherà direttamente dal nostro PC.
1. FilePizza (P2P): uno dei migliori sotto tutti i punti di vista. Il punto di forza che lo porta ad essere forse il migliore è che si può far scaricare il file anche da più persone contemporaneamente. Non c'è limite di dimensione, mentre la velocità dipenderà da quella di upload nostra e download di chi scarica.
2. Takeafile (P2P): l'unico prerequisito è che chi scarica deve farlo tramite lo stesso browser che usiamo noi. Una volta raggiunta la home bisogna caricare il file e attendere che venga generato un link per il trasferimento (da inviare tramite mail, WhatsApp, Facebook, ecc.).
3. Reep.io (P2P): semplice web app alternativa per scambiare file tramite P2P.
4. Send Anywhere (P2P): comodo se si vuole utilizzare anche l'app per smartphone.
5. Simple.Savr (P2P): servizio particolare e diverso dagli altri perchè l'home page è costituita da un file di testo visibile a tutti dispositivi connessi alla stessa rete. E' possibile mettere una password per vedere il testo e anche i file possono essere protetti.
Volendo si possono aggiungere indirizzi IP esterni alla nostra rete.
I migliori servizi di Posta Elettronica: come creare un indirizzo Email gratuito
Un indirizzo email si può acquistare, per avere così un dominio personalizzato (tipo nome@cognome.it) e vari servizi aggiuntivi personalizzati, oppure si può anche attivare tramite uno dei molteplici siti che offrono il servizio gratuitamente (ovviamente il nome sarà libero, mentre il dominio viene scelto dal proprietario del servizio).
Nel mondo del lavoro ormai lo scambio di informazioni avviene tramite mail ed ogni comunicazione ufficiale arriva tramite la posta elettronica, ma anche fuori dal mondo del lavoro, non solo tra amici e parenti, la mail viene comunque molto utilizzata, sia perchè più formale dei social network sia perchè comunque ha una sorta di apparente "maggior valore".
Vediamo la classifica dei migliori siti per creare un indirizzo email gratuito:
1. Gmail: in prima posizione c'è sicuramente la Gmail di Google. Partendo dalla base, come primo miglioramento rispetto alle altre, offre la possibilità di inviare allegati fino a 25 MB (al posto di 10). L'indirizzo, con dominio @gmail.com, non è sensibile ai punti, quindi potremo addirittura registrarsi sullo stesso sito più volte, semplicemente cambiando la posizione del punto (perchè riceveremo nella nostra casella sia, ad esempio, con "nome.cognome" che con "nomecogn.ome").
La casella ha uno spazio di 7 GB, inoltre lo spazio cloud è di 15 GB. Ci si può benissimo iscrivere ai vari servizi legati a Google (anche se non tutti) con un altro indirizzo, ma per avere accesso al Google Play Store (essenziale se si ha uno smartphone Android) è necessario per forza avere un indirizzo Gmail per poter scaricare le applicazioni più rilevanti.
2. Outlook: passando prima da Hotmail, per trasformarsi poi in Live, è diventato infine Outlook. Il servizio di Microsoft che prende il nome dall'omonimo programma di posta elettronica si trova sicuramente in seconda posizione. Con un account Exchange si arriva fino a 50 GB di spazio di archiviazione e 5 GB di cloud. Grazie a Microsoft si possono creare indirizzi email con dominio @outlook.com (ma anche @outlook.it) ed avere accesso a tutto il pacchetto di Office Online con le web apps degli applicativi. Inoltre può essere utilizzato come account per il Windows Store, per Skype, e anche il gestore di posta online è molto professionale.
Raramente ho sentito disservizi o attacchi riusciti al servizio di Microsoft, quindi per quanto riguarda la stabilità e la sicurezza mi sento di dargli la prima posizione.
3. Yahoo: è forse ancora oggi l'indirizzo di posta più utilizzato, avendo conquistato il territorio molto probabilmente grazie ad uno dei siti più famosi dell'era pre-social, ovvero Yahoo Answer. Si possono creare indirizzi con dominio @yahoo.com, lo spazio di archiviazione arriva all'enorme dimensione di 1 TB e la layout del gestore online è veramente molto gradevole.
A differenza delle prime due, molto spesso si sono sentiti attacchi hacker riusciti, con il conseguente avviso di immediato cambio password per evitare il furto di dati personali, proprio per questo motivo è purtroppo sul terzo gradino del podio.
4. Virgilio: scendendo dal podio troviamo subito il servizio gestito da TIM, che offre la creazione di indirizzi con dominio @virgilio.it; il servizio negli ultimi anni è migliorato tantissimo, offrendo fino a 3 GB di spazio di archivizione. Se per i nostri gusti troviamo il client online migliore degli altri si possono anche gestire indirizzi non Virgilio.
5. ProtonMail: si guadagna un posto nei top 5 anche questo servizio. La particolarità di questa email svizzera (sviluppata dal CERN di Ginevra) è che è una posta elettronica crittografata.
I messaggi scambiati tramite questo servizio sono impossibili da decriptare grazie alla crittografia end-to-end (la chiave è condivisa solo tra il mittente e il destinatario), quindi anche se qualcuno riuscisse ad intercettare la mail durante il trasferimento non sarebbe in grado comunque di leggerne il contenuto. Si possono inviare mail che si autodistruggono, e se si inviano mail a destinatari che non utilizzano il servizio è possibile impostare una password per la lettura della stessa.
Le recensioni sono ottime, la sicurezza è talmente alta che non è possibile utilizzare client esterni ma solo il sito ufficiale o l'applicazione per aprire la propria casella. Lo spazio disponibile è di 500 MB ma si possono inviare solo 150 mail al giorno con la versione free (non poche ma comunque non illimitate).
6. Mail.com: la particolarità di mail.com è che permette di scegliere tra veramente tantissimi domini, oltre ai molto comodi @mail.com e @email.com; alcuni esempi sono: @post.com, @dr.com, @linuxmail.org, @chef.net, @comic.com, @engineer.com e tanti altri.
7. GMX: incorpora in parte Mail.com ma il dominio disponibile è @gmx.com, e permette un'archiviazione illimitata perchè lo spazio della casella non ha limiti di dimensione. Gli allegati possono arrivare fino a 50 MB e offre un cloud storage di 2 GB. Casella molto utile che offre anche vari tipo di layout.
8. Email.it: per creare indirizzi con dominio @email.it e 1 GB di spazio.
Purtroppo offre pochi servizi free.
9. Libero: crea indirizzi @libero.it e la casella ha uno spazio di 1 GB.
10. Tiscali: viene sponsorizzato con 10 GB di spazio e la funzione per inviare allegati fino a 2 GB.
Come servizio "extra" possiamo tener conto dell'indirizzo gratuito di Facebook. Ebbene sì, il noto social network offre la possibilità di farsi inviare una mail all'indirizzo composto dal proprio username@facebook.com (lo username è il nome che Facebook ci ha impostato nel link, che volendo si può anche cambiare). Fino a febbraio 2014 era un vero e proprio indirizzo che funzionava tramite Facebook, mentre oggi funziona solo da inoltro verso l'indirizzo associato all'account.
La classifica si chiude qui. C'è veramente un'eccellente possibilità di scelta tra tutti i servizi free, quindi difficilmente non ne troveremo uno che fa al caso nostro.
Non consiglio l'utilizzo di indirizzi legati al proprio abbonamento internet (come indirizzo principale), mentre se la grafica del servizio che avete scelto non dovesse piacervi potete sempre sfruttare i programmi di posta più comuni per gestire al meglio le mail. In questo caso si potrebbe anche optare per il download della posta con la cancellazione dal server (POP3) per recuperare lo spazio lasciato a disposizione ma io consiglio comunque la gestione IMAP (sincronizzazione completa) così da mantenere le mail sia sul server che sul proprio PC, almeno, in caso di sostituzione del computer o di apertura da smartphone, le mail verranno sincronizzate senza problemi, senza dover procedere a backup e ripristini.
Windows 7 SP2 download: come installare tutti gli aggiornamenti di Windows 7 con un pacchetto unico
Come prima cosa definisco subito che questo non è un vero e proprio Service Pack inteso come "nuova versione" ma è un pacchetto di aggiornamenti che Microsoft ha reso disponibile principalmente per chi desidera reinstallare Windows 7, magari disponendo già di una ISO contenente il SP1, e molto facilmente vuole installare tutti gli aggiornamenti tramite un unico file, una specie di Service Pack 2.
Purtroppo questo pacchetto integra gli aggiornamenti di Windows 7 solo fino al 16/05/2016, quindi tutti quelli successivi andranno comunque installati, come di consueto, tramite Windows Update.
Ottenere tutti questi aggiornamenti con unico pacchetto è comunque un gran vantaggio. Il file praticamente contiene tutti gli update rilasciati da febbraio 2011 a maggio 2016.
Dato ancora l'enorme utilizzo di PC con Windows 7 magari, in futuro, Microsoft aggiornerà quel file, anche se molto probabilmente cercherà in tutti i modi di far passare gli utenti a Windows 10, non supportando più il sistema obsoleto.
I requisiti per l'installazione del pacchetto di aggiornamenti "SP2" sono:
-Windows 7 SP1: quindi se stiamo reinstallando Windows 7, con una ISO senza Service Pack, procediamo subito con l'installazione del SP1 (link al pacchetto)
-Stack di manutenzione: questo pacchetto per i 32 bit e questo per i 64 bit
Una volta che i requisiti sono soddisfatti procediamo con il download del "Service Pack 2": qui c'è il pacchetto di aggiornamento (scarichiamo la versione per il nostro sistema operativo).
Scaricato il pacchetto, per avviare l'installazione, è sufficiente fare doppio click sull'installer per iniziare a completare gli aggiornamenti fino a maggio 2016.
Successivamente procediamo con l'installazione degli aggiornamenti mancanti, e facendo una ricerca con Windows update ora non dovrebbero esserci più tantissimi aggiornamenti in sospeso.
Purtroppo questo pacchetto integra gli aggiornamenti di Windows 7 solo fino al 16/05/2016, quindi tutti quelli successivi andranno comunque installati, come di consueto, tramite Windows Update.
Ottenere tutti questi aggiornamenti con unico pacchetto è comunque un gran vantaggio. Il file praticamente contiene tutti gli update rilasciati da febbraio 2011 a maggio 2016.
Dato ancora l'enorme utilizzo di PC con Windows 7 magari, in futuro, Microsoft aggiornerà quel file, anche se molto probabilmente cercherà in tutti i modi di far passare gli utenti a Windows 10, non supportando più il sistema obsoleto.
I requisiti per l'installazione del pacchetto di aggiornamenti "SP2" sono:
-Windows 7 SP1: quindi se stiamo reinstallando Windows 7, con una ISO senza Service Pack, procediamo subito con l'installazione del SP1 (link al pacchetto)
-Stack di manutenzione: questo pacchetto per i 32 bit e questo per i 64 bit
Una volta che i requisiti sono soddisfatti procediamo con il download del "Service Pack 2": qui c'è il pacchetto di aggiornamento (scarichiamo la versione per il nostro sistema operativo).
Scaricato il pacchetto, per avviare l'installazione, è sufficiente fare doppio click sull'installer per iniziare a completare gli aggiornamenti fino a maggio 2016.
Successivamente procediamo con l'installazione degli aggiornamenti mancanti, e facendo una ricerca con Windows update ora non dovrebbero esserci più tantissimi aggiornamenti in sospeso.
Come risparmiare dati mobili con Android: consigli rapidi per consumare meno giga
Per consumare meno dati, con la connessione che abbiamo con il nostro smartphone, esistono alcuni accorgimenti che ci faranno risparmiare buona parte dei MB, o addirittura GB, che normalmente avremmo perso.
1. Usare connessioni Wi-Fi quando disponibili: il primo suggerimento, abbastanza banale, è quello di utilizzare connessioni Wireless. Quindi quando siamo a casa, in ufficio, o in luoghi in cui è disponibile una connessione Wi-Fi, colleghiamoci a quella.
Utilizziamo il Wi-Fi soprattutto se dobbiamo condividere file di grosse dimensioni o inviare tanti video o tante foto ad amici.
2. Impostare l'aggiornamento delle app solo tramite Wi-Fi: impostando l'aggiornamento delle applicazioni solo tramite connessione Wi-Fi eviteremo che i vari aggiornamenti partano con la connessione dati, così da non farci sprecare MB inutilmente. Andiamo quindi nelle impostazioni del Google Play Store e impostiamo l'aggiornamento solo con connessioni Wireless.
3. Attivare la funzione risparmio dati e utilizzare applicazioni "Lite": se disponibili, utilizziamo le versioni Lite delle applicazioni, e per le app che offrono la funzione risparmio dati, attiviamola.
Le applicazioni Lite offrono qualche funzione in meno delle app standard ma permettono di risparmiare qualcosa nella connessione dati. Molte app invece offrono la possibilità di comprimere dati, così da poterne scaricare di meno.
Qualche app può essere aperta anche dal browser (senza quindi dover installare l'app ufficiale) è il caso delle app che sono puramente siti web. Non portano un enorme risparmio, ma comunque molte volte il browser riesce a comprimere alcune parti pesanti.
4. Usare VPN con risparmio dati: scarichiamo applicazioni che permettono di navigare gratuitamente con connessioni VPN e con la funzione integrata di risparmio dati (Opera Max è una delle migliori). In questo modo riusciremo a risparmiare anche il 50% dei dati che avremmo consumato normalmente, anche se video e immagini potrebbero non essere di qualità eccellente (il risparmio agisce maggiormente, appunto, su video e immagini).
5. Fare attenzione ai servizi cloud: i servizi cloud sono comodi ma possono risultare "pericolosi" per i nostri dati se non utilizzati con attenzione. La sincronizzazione può portare via parecchi dati, perchè funziona sia in download che in upload e trasferire molti file può far consumare veramente tanti dati. Attiviamo la sincronizzazione solo con una connessione Wi-Fi.
6. Sfruttare la modalità offline delle app: alcune app possono scaricare i dati per poi essere utilizzati anche offline. In questo caso sfruttiamo sempre il Wi-Fi e scarichiamo i dati che ci servono.
7. Controllare i dati consumati e impostate un limite per il consumo dei dati: teniamo sempre sotto controllo il consumo dei dati tramite la funzione integrata di Android, e attiviamo assolutamente la funzione che ci avvisa del raggiungimento di una certa soglia ed anche il blocco immediato quando arriviamo al limite della nostra connessione. In questo modo non rischiamo di rimanere senza MB da un momento all'altro e soprattutto non incappiamo in qualche rinnovo automatico al superamento della soglia scelta con la nostra offerta.
1. Usare connessioni Wi-Fi quando disponibili: il primo suggerimento, abbastanza banale, è quello di utilizzare connessioni Wireless. Quindi quando siamo a casa, in ufficio, o in luoghi in cui è disponibile una connessione Wi-Fi, colleghiamoci a quella.
Utilizziamo il Wi-Fi soprattutto se dobbiamo condividere file di grosse dimensioni o inviare tanti video o tante foto ad amici.
2. Impostare l'aggiornamento delle app solo tramite Wi-Fi: impostando l'aggiornamento delle applicazioni solo tramite connessione Wi-Fi eviteremo che i vari aggiornamenti partano con la connessione dati, così da non farci sprecare MB inutilmente. Andiamo quindi nelle impostazioni del Google Play Store e impostiamo l'aggiornamento solo con connessioni Wireless.
3. Attivare la funzione risparmio dati e utilizzare applicazioni "Lite": se disponibili, utilizziamo le versioni Lite delle applicazioni, e per le app che offrono la funzione risparmio dati, attiviamola.
Le applicazioni Lite offrono qualche funzione in meno delle app standard ma permettono di risparmiare qualcosa nella connessione dati. Molte app invece offrono la possibilità di comprimere dati, così da poterne scaricare di meno.
Qualche app può essere aperta anche dal browser (senza quindi dover installare l'app ufficiale) è il caso delle app che sono puramente siti web. Non portano un enorme risparmio, ma comunque molte volte il browser riesce a comprimere alcune parti pesanti.
4. Usare VPN con risparmio dati: scarichiamo applicazioni che permettono di navigare gratuitamente con connessioni VPN e con la funzione integrata di risparmio dati (Opera Max è una delle migliori). In questo modo riusciremo a risparmiare anche il 50% dei dati che avremmo consumato normalmente, anche se video e immagini potrebbero non essere di qualità eccellente (il risparmio agisce maggiormente, appunto, su video e immagini).
5. Fare attenzione ai servizi cloud: i servizi cloud sono comodi ma possono risultare "pericolosi" per i nostri dati se non utilizzati con attenzione. La sincronizzazione può portare via parecchi dati, perchè funziona sia in download che in upload e trasferire molti file può far consumare veramente tanti dati. Attiviamo la sincronizzazione solo con una connessione Wi-Fi.
6. Sfruttare la modalità offline delle app: alcune app possono scaricare i dati per poi essere utilizzati anche offline. In questo caso sfruttiamo sempre il Wi-Fi e scarichiamo i dati che ci servono.
7. Controllare i dati consumati e impostate un limite per il consumo dei dati: teniamo sempre sotto controllo il consumo dei dati tramite la funzione integrata di Android, e attiviamo assolutamente la funzione che ci avvisa del raggiungimento di una certa soglia ed anche il blocco immediato quando arriviamo al limite della nostra connessione. In questo modo non rischiamo di rimanere senza MB da un momento all'altro e soprattutto non incappiamo in qualche rinnovo automatico al superamento della soglia scelta con la nostra offerta.
Differenza tra programmi portable e normali installer
Alcuni programmi permettono di effettuare un'installazione portable, ovvero un'installazione che realmente non installa nulla all'interno del sistema operativo, ma permette di utilizzare lo stesso un determinato software.
Normalmente, quando andiamo ad installare un programma, quest'ultimo si integra completamente con il sistema operativo, andando, quindi, ad utilizzare anche file già presenti nel computer, mentre un programma portable è molto più snello, tutto quello che lo compone è racchiuso in una cartella e non tocca altro durante l'installazione.
Entrando nel dettaglio, quando avviamo l'installer per un normale programma accade questo:
-il software viene salvato nella cartella dei programmi
-nuove librerie, utili al programma, vengono salvate, quindi nuovi file DLL potrebbero essere aggiunti nella cartella System32
-nuovi valori vengono scritti nel registro
-vengono creati vari collegamenti interni al programma
-a seconda delle scelte, vengono creati anche collegamenti sul desktop, in Start e nella barra delle applicazioni
-gli aggiornamenti si installano facilmente tramite procedure guidate
-quando si disinstalla (tramite l'uninstaller legato al programma) uno o più degli elementi citati sopra possono rimanere sul computer
I programmi installati tramite un normale installer quindi sono migliori, dato che si integrano completamente con il sistema, sono più veloci rispetto ai programmi portatili (sia in avvio che in esecuzione) e sono progettati per funzionare perfettamente.
Il problema è che, pur avendo un programmino crato ad hoc per disinstallarli, quando andiamo a disinstallarli tramite Windows (facendo partire il disinstallatore creato dal creatore del programma) molti file potrebbero rimanere all'interno del sistema. Sotto il punto di vista della privacy ci sono molte possibilità che se qualcuno controlla se è stato installato quel software riesca a scoprirlo.
Prima di passare alla descrizione dei programmi portable, chiariamo quindi, come abbiamo visto, che non è così facile spostare o copiare un software già installato, dato che effettua moltissime operazioni prima di poter essere utilizzato, quindi non è possibile copiare la cartella scritta in programmi e incollarla dove si vuole ma bisogna sempre reinstallarlo.
I programmi portable quando vengono installati invece effettuano questo:
-creano una cartella e copiano all'interno tutto l'occorrente per funzionare
Fanno una sola cosa: si creano un ambiente completo per funzionare, dove all'interno è presente un semplice file eseguibile (.exe) per poterlo avviare. Certo, presentano i contro che abbiamo visto prima, ma possono essere spostati liberamente ovunque, anche su chiavette USB.
Il grande vantaggio però è che non si installano "realmente" perchè infatti se vogliamo cancellarli dobbiamo solamente eliminare la cartella dove abbiamo deciso di installarlo, dato che non viene scritto nessun altro file nel sistema.
Per trovarli su Internet e scaricarli è sufficiente fare una ricerca scrivendo il nome del programma con portable a fianco. Se è stata creata questo tipo di installazione lo troveremo abbastanza facilmente. Una volta scaricato il pacchetto non dobbiamo far altro che avviare la procedura guidata che ci chiederà dove salvare il programma.
Terminata l'installazione dobbiamo aprire la cartella e avviare il file eseguibile. Se dobbiamo spostarlo o copiarlo su una chiavetta possiamo farlo tranquillamente copiando l'intera cartella, e nel momento in cui vogliamo disinstallarlo dobbiamo solamente cancellare l'intera cartella e svuotare il cestino.
Normalmente, quando andiamo ad installare un programma, quest'ultimo si integra completamente con il sistema operativo, andando, quindi, ad utilizzare anche file già presenti nel computer, mentre un programma portable è molto più snello, tutto quello che lo compone è racchiuso in una cartella e non tocca altro durante l'installazione.
Entrando nel dettaglio, quando avviamo l'installer per un normale programma accade questo:
-il software viene salvato nella cartella dei programmi
-nuove librerie, utili al programma, vengono salvate, quindi nuovi file DLL potrebbero essere aggiunti nella cartella System32
-nuovi valori vengono scritti nel registro
-vengono creati vari collegamenti interni al programma
-a seconda delle scelte, vengono creati anche collegamenti sul desktop, in Start e nella barra delle applicazioni
-gli aggiornamenti si installano facilmente tramite procedure guidate
-quando si disinstalla (tramite l'uninstaller legato al programma) uno o più degli elementi citati sopra possono rimanere sul computer
I programmi installati tramite un normale installer quindi sono migliori, dato che si integrano completamente con il sistema, sono più veloci rispetto ai programmi portatili (sia in avvio che in esecuzione) e sono progettati per funzionare perfettamente.
Il problema è che, pur avendo un programmino crato ad hoc per disinstallarli, quando andiamo a disinstallarli tramite Windows (facendo partire il disinstallatore creato dal creatore del programma) molti file potrebbero rimanere all'interno del sistema. Sotto il punto di vista della privacy ci sono molte possibilità che se qualcuno controlla se è stato installato quel software riesca a scoprirlo.
Prima di passare alla descrizione dei programmi portable, chiariamo quindi, come abbiamo visto, che non è così facile spostare o copiare un software già installato, dato che effettua moltissime operazioni prima di poter essere utilizzato, quindi non è possibile copiare la cartella scritta in programmi e incollarla dove si vuole ma bisogna sempre reinstallarlo.
I programmi portable quando vengono installati invece effettuano questo:
-creano una cartella e copiano all'interno tutto l'occorrente per funzionare
Fanno una sola cosa: si creano un ambiente completo per funzionare, dove all'interno è presente un semplice file eseguibile (.exe) per poterlo avviare. Certo, presentano i contro che abbiamo visto prima, ma possono essere spostati liberamente ovunque, anche su chiavette USB.
Il grande vantaggio però è che non si installano "realmente" perchè infatti se vogliamo cancellarli dobbiamo solamente eliminare la cartella dove abbiamo deciso di installarlo, dato che non viene scritto nessun altro file nel sistema.
Per trovarli su Internet e scaricarli è sufficiente fare una ricerca scrivendo il nome del programma con portable a fianco. Se è stata creata questo tipo di installazione lo troveremo abbastanza facilmente. Una volta scaricato il pacchetto non dobbiamo far altro che avviare la procedura guidata che ci chiederà dove salvare il programma.
Terminata l'installazione dobbiamo aprire la cartella e avviare il file eseguibile. Se dobbiamo spostarlo o copiarlo su una chiavetta possiamo farlo tranquillamente copiando l'intera cartella, e nel momento in cui vogliamo disinstallarlo dobbiamo solamente cancellare l'intera cartella e svuotare il cestino.
Come capire se un Hard Disk o un SSD si sta rompendo: programmi per testare il disco fisso
Un hard disk può rompersi più facilmente di un'unità a stato solido, come abbiamo visto nelle differenze tra un HDD e un SSD, ma è anche vero che dove un normale disco può rompersi sia improvvisamente che dopo un certo periodo, ad uno a stato solido è quasi impossibile dare una data di "scadenza", per questo è importante fare delle verifiche ogni tanto per non rischiare di perdere dati magari molto importanti.
Quindi per non incappare in perdite di dati improvvise possiamo affidarci ai dati S.M.A.R.T. (Self Monitoring Analysis and Reporting Technology), ovvero dei dati che vengono costantemente aggiornati e vengono memorizzati all'interno del disco in uso, e che contengono praticamente molte informazioni sullo stato del disco rigido o dell'unità a stato solido.
Per leggere questi dati SMART però dobbiamo utilizzare dei programmi specifici che vanno ad analizzare il disco e ne estraggono tutte le informazioni che ci servono.
Un software molto buono è CrystalDiskInfo, che supporta sia gli HDD che gli SSD, ed oltre ad estrapolare i dati SMART esprime anche un giudizio sul disco e, cosa molto importante, nel caso mostri il messaggio di attenzione "A rischio" vuol dire che ci potrebbero essere a breve dei problemi. In modo più specifico sia nei dischi rigidi che negli SSD il colore blu indica che va tutto bene, mentre il giallo negli HDD significa "Attenzione" e il rosso che che invece c'è qualcosa di danneggiato gravemente, mentre negli SSD il giallo indica che al disco manca il 10% di vita mentre il rosso che è in fase terminale.
E' da tenere però molto in considerazione che ogni produttore definisce i valori di soglia da attribuire ai propri dischi, quindi anche questi non sono valori esatti, ma sono valori che il produttore prefissa come "soglia di vita" per il proprio disco.
Dato quindi che sono valori indicativi è meglio non allarmarsi immediatamente ma andare a verificare manualmente i parametri che mostrano l'errore o gli errori, perchè potrebbero non essere errori critici. In questa pagina è possibile leggere la descrizione completa di molti più parametri, ordinati per ID (anche su CrystalDiskInfo vengono ordinati per ID), così da verificare l'avviso in modo completo e preoccuparsi veramente solo se l'avviso mostrato è tra gli ID evidenziati di rosso (critici e con un possibile e anche imminente malfunzionamento).
Molti dei parametri in quella lista sono pensati per i dischi rigidi e non per i nuovi SSD, quindi alcune cose potrebbero differire, ma comunque nell'insieme i dati sono molto aggiornati e molto simili.
Molte volte non c'è neanche bisogno di andare ad analizzare i dati SMART, perchè se ad esempio si sentono rumori meccanici (nel caso degli HDD) oppure si iniziano a sentire dei beep di allarme direttamente dal sistema, o anche molto più semplicemente si iniziano a vedere rallentamenti durante il trasferimento di file (soprattutto se molto grandi, e file unici) ma infine anche la presenza di file danneggiati (a causa di settori danneggiati, che non si riparano) possono essere un chiaro segno che il disco sta pian piano perdendo colpi.
Per il primo problema possiamo provare prima a fare una pulizia completa per vedere se tutto torna alla normalità e si riprende una buona velocità, per il secondo invece si può tentare di recuperare i settori danneggiati con Chkdsk dal prompt dei comandi. Più precisamente bisogna aprire cmd come amministratore e avviare "chkdsk c: /r" (senza virgolette e al posto di C si può anche indicare la lettera di un altro disco) per poi premere S e programmare il test per il prossimo riavvio.
Altri software utili per fare anche dei raffronti ed avere più punti vista sono: HDD Health (per raccogliere in modo dettagliato i dati SMART), HDDScan (per avviare una serie di test del disco e individuare blocchi e settori danneggiati), oppure PassMark DiskCheckup (non compatibile con tutti i dischi ma comunque utile per estrarre i dati SMART e rilevare problemi).
Quindi per non incappare in perdite di dati improvvise possiamo affidarci ai dati S.M.A.R.T. (Self Monitoring Analysis and Reporting Technology), ovvero dei dati che vengono costantemente aggiornati e vengono memorizzati all'interno del disco in uso, e che contengono praticamente molte informazioni sullo stato del disco rigido o dell'unità a stato solido.
Per leggere questi dati SMART però dobbiamo utilizzare dei programmi specifici che vanno ad analizzare il disco e ne estraggono tutte le informazioni che ci servono.
Un software molto buono è CrystalDiskInfo, che supporta sia gli HDD che gli SSD, ed oltre ad estrapolare i dati SMART esprime anche un giudizio sul disco e, cosa molto importante, nel caso mostri il messaggio di attenzione "A rischio" vuol dire che ci potrebbero essere a breve dei problemi. In modo più specifico sia nei dischi rigidi che negli SSD il colore blu indica che va tutto bene, mentre il giallo negli HDD significa "Attenzione" e il rosso che che invece c'è qualcosa di danneggiato gravemente, mentre negli SSD il giallo indica che al disco manca il 10% di vita mentre il rosso che è in fase terminale.
E' da tenere però molto in considerazione che ogni produttore definisce i valori di soglia da attribuire ai propri dischi, quindi anche questi non sono valori esatti, ma sono valori che il produttore prefissa come "soglia di vita" per il proprio disco.
Dato quindi che sono valori indicativi è meglio non allarmarsi immediatamente ma andare a verificare manualmente i parametri che mostrano l'errore o gli errori, perchè potrebbero non essere errori critici. In questa pagina è possibile leggere la descrizione completa di molti più parametri, ordinati per ID (anche su CrystalDiskInfo vengono ordinati per ID), così da verificare l'avviso in modo completo e preoccuparsi veramente solo se l'avviso mostrato è tra gli ID evidenziati di rosso (critici e con un possibile e anche imminente malfunzionamento).
Molti dei parametri in quella lista sono pensati per i dischi rigidi e non per i nuovi SSD, quindi alcune cose potrebbero differire, ma comunque nell'insieme i dati sono molto aggiornati e molto simili.
Molte volte non c'è neanche bisogno di andare ad analizzare i dati SMART, perchè se ad esempio si sentono rumori meccanici (nel caso degli HDD) oppure si iniziano a sentire dei beep di allarme direttamente dal sistema, o anche molto più semplicemente si iniziano a vedere rallentamenti durante il trasferimento di file (soprattutto se molto grandi, e file unici) ma infine anche la presenza di file danneggiati (a causa di settori danneggiati, che non si riparano) possono essere un chiaro segno che il disco sta pian piano perdendo colpi.
Per il primo problema possiamo provare prima a fare una pulizia completa per vedere se tutto torna alla normalità e si riprende una buona velocità, per il secondo invece si può tentare di recuperare i settori danneggiati con Chkdsk dal prompt dei comandi. Più precisamente bisogna aprire cmd come amministratore e avviare "chkdsk c: /r" (senza virgolette e al posto di C si può anche indicare la lettera di un altro disco) per poi premere S e programmare il test per il prossimo riavvio.
Altri software utili per fare anche dei raffronti ed avere più punti vista sono: HDD Health (per raccogliere in modo dettagliato i dati SMART), HDDScan (per avviare una serie di test del disco e individuare blocchi e settori danneggiati), oppure PassMark DiskCheckup (non compatibile con tutti i dischi ma comunque utile per estrarre i dati SMART e rilevare problemi).
Dettare al PC e lui scrive: tre strumenti online gratis
Se parliamo di riconoscimento vocale non possiamo non parlare di Siri, Cortana o Google, che negli ultimi anni si sono evoluti tantissimo. Questi strumenti offrono la possibilità di comandare un'operazione da eseguire e, tramite il riconoscimento vocale, farla eseguire direttamente dal dispositivo.
Può venir utile però poter dettare un testo e averlo digitalizzato direttamente su un file di testo. Ecco che ci vengono in aiuto tre strumenti che troviamo direttamente online e completamente in modo gratuito.
Il primo tool si chiama Dictation: è uno strumento molto semplice che funziona tramite Google. Una volta raggiunta la pagina bisogna solamente scegliere la lingua e premere su Start Dictation (accettando eventuali richieste di consenso per l'utilizzo del microfono).
Si inizia così a dettare e, al termine, si clicca su Stop Listening. Infine si clicca su Save per salvare il file in formato testo (txt).
La seconda applicazione è Speech Notes ed è comoda perchè è molto efficiente e completamente in italiano.
Una volta raggiunta la pagina (funziona solo con Chrome) bisogna selezionare la lingua e cliccare sull'icona del microfono (anche in questo caso, accettare eventuali richieste di consenso) ed iniziare a parlare.
Sulla destra troviamo anche i comandi vocali utili per andare a capo o inserire i vari caratteri di punteggiatura.
Tramite la barra di sinistra è possibile, al termine, inviare il testo via email, salvare il file in txt o in doc (per Word) oppure anche stamparlo direttamente.
La terza web app invece si chiama TalkTyper ed utile per prendere piccoli appunti. Attivando infatti il riconoscimento vocale è possibile, seguendo anche le istruzioni in italiano sulla sinistra, dettare al PC e, dopo aver valutato varie versioni di riconoscimento, copiare il testo, stamparlo, inviarlo via mail o postarlo su Twitter.
Può venir utile però poter dettare un testo e averlo digitalizzato direttamente su un file di testo. Ecco che ci vengono in aiuto tre strumenti che troviamo direttamente online e completamente in modo gratuito.
Il primo tool si chiama Dictation: è uno strumento molto semplice che funziona tramite Google. Una volta raggiunta la pagina bisogna solamente scegliere la lingua e premere su Start Dictation (accettando eventuali richieste di consenso per l'utilizzo del microfono).
Si inizia così a dettare e, al termine, si clicca su Stop Listening. Infine si clicca su Save per salvare il file in formato testo (txt).
La seconda applicazione è Speech Notes ed è comoda perchè è molto efficiente e completamente in italiano.
Una volta raggiunta la pagina (funziona solo con Chrome) bisogna selezionare la lingua e cliccare sull'icona del microfono (anche in questo caso, accettare eventuali richieste di consenso) ed iniziare a parlare.
Sulla destra troviamo anche i comandi vocali utili per andare a capo o inserire i vari caratteri di punteggiatura.
Tramite la barra di sinistra è possibile, al termine, inviare il testo via email, salvare il file in txt o in doc (per Word) oppure anche stamparlo direttamente.
La terza web app invece si chiama TalkTyper ed utile per prendere piccoli appunti. Attivando infatti il riconoscimento vocale è possibile, seguendo anche le istruzioni in italiano sulla sinistra, dettare al PC e, dopo aver valutato varie versioni di riconoscimento, copiare il testo, stamparlo, inviarlo via mail o postarlo su Twitter.